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Andrea "Zippo" Zivian: re dei rally storici e pilota medaglia d'oro

Andrea Zivian, di professione gioielliere, con l'oro ha sempre avuto una certa dimestichezza. La medaglia più prestigiosa in palio ai FIA Motorsport Games 2022, che si sono svolti a Le Castellet dal 27 al 30 ottobre, era quindi nel suo destino: affiancato dal navigatore Nicola Arena, "Zippo" ha conquistato una netta affermazione nella specialità Historic Rally, al volante della sua Audi quattro Gruppo 4 da 360 cavalli del 1981. Questo risultato si è rivelato cruciale per il primo posto centrato dall'Italia nel medagliere assoluto.

Per Zivian è stata la ciliegina sulla torta al termine di un anno già fantastico, grazie al secondo titolo consecutivo nel FIA European Historic Rally Championship con quattro vittorie, insieme ai copiloti Arena e Denis Piceno. In questo affascinante progetto sportivo è strettamente coinvolto anche il marchio OMP, con la fornitura di racewear ed equipaggiamenti di sicurezza: a stagione conclusa, abbiamo accolto Andrea presso la sede di Racing Force Group a Ronco Scrivia, per farci raccontare la sua stagione, i suoi piani futuri e, ovviamente, per ammirare la sua medaglia d'oro.

Andrea, la medaglia d'oro ai FIA Motorsport Games è stata il coronamento di una splendida stagione: come la riassumeresti?
"Considero questa vittoria come il coronamento di tutto il lavoro degli ultimi anni, che va oltre la conquista dei due titoli europei. Del resto ci siamo lanciati sul progetto dell'Audi quattro già nel 2018: dopo una lunga fase di sviluppo, non appena abbiamo trovato l'affidabilità sono arrivati anche i risultati. Ci tengo a sottolineare che questa medaglia non è solo merito mio, ma anche di tutti coloro che ci hanno supportato, come i nostri sponsor e in particolare i meccanici della squadra. Senza di loro, nulla sarebbe stato possibile".

Che tipo di sfida avete affrontato, a livello tecnico?
"Per i rally storici in generale bisogna rimanere in linea con i regolamenti dell'epoca, ci sono concessioni legate solo ad alcuni materiali. Le componenti in magnesio, ad esempio, vanno sostituite con equivalenti in alluminio. Noi abbiamo replicato le parti dell'epoca e abbiamo cercato di migliorarle, sapendo che la tecnologia di oggi è ben superiore a quella degli anni Ottanta. A quei tempi l'impegno sportivo di Audi era impostato su un budget illimitato, noi invece abbiamo fatto in modo di ottimizzare ciò che avevamo a disposizione, ad esempio affinando gli assetti per avere una macchina più guidabile. Avendo puntato su un'auto molto specifica, inoltre, non abbiamo un catalogo di ricambi a cui attingere. Abbiamo avuto bisogno di fare esperienza e di documentarci attraverso i manuali originali. Qualche volta, con un po' di fortuna, siamo riusciti a recuperarli online. Tutto questo però ha reso le soddisfazioni ottenute ancora maggiori".

Ovviamente le dotazioni di sicurezza che usate adesso sono conformi ai requisiti più recenti.
"Sì, perché i regolamenti FIA richiedono comunque l'adeguamento agli ultimi standard, e in questo OMP ha rappresentato un partner tecnico fondamentale. Si percepisce quanto siano stati grandi i progressi nel tempo, confrontando i materiali e i dispositivi, o magari la capacità di ritenuta che hanno adesso cinture e sedili. In questo modo il pilota può correre in sicurezza, ma allo stesso tempo è capace di prestazioni superiori".

Cosa ti ha impressionato in particolare, visitando la nostra sede?
"La produzione delle tute ignifughe: la manualità e la precisione che richiedono mi ricordano molto la meticolosità nella realizzazione di un gioiello".

Raccontaci la tua avventura ai FIA Motorsport Games.
"Tutto è cominciato a luglio: mentre eravamo in Austria, i ragazzi della FIA hanno espresso il loro desiderio di averci in gara. Da lì abbiamo preso contatti con ACI Sport, la federazione italiana, e alla fine ci siamo iscritti quasi all'ultimo momento. Il format aveva due giorni di gara vera e propria, con 150 chilometri di prove speciali, sulle strade del Rally di Sainte Baume. Abbiamo dominato, ma per i primi tre della classifica generale era poi prevista una sfida sul circuito di Le Castellet, con azzeramento dei tempi precedenti. Si ricominciava da capo. Sulla carta Antonio Sainz, il nostro rivale più temibile, su pista era favorito guidando una Porsche a motore posteriore. Noi abbiamo però potuto scegliere la migliore posizione di partenza, con meno metri di distanza verso prima curva. Inoltre la sfida conclusiva si è svolta di sera, con temperature più basse, e abbiamo sfruttato il vantaggio del maggior grip offerto dalla trazione integrale. Abbiamo subito preso un buon margine, e poi sono stati molto utili anche i miei dieci anni di allenamento sui kart!".




Cosa ti ha spinto a diventare uno specialista ed esperto di rally storici?
"Cercavo una sfida diversa. Le auto da corsa degli anni Ottanta e Novanta, per me, hanno un fascino senza paragoni. In più sono quelle del periodo in cui sono cresciuto, che in passato non avevo mai potuto utilizzare: è un piacere che posso concedermi adesso".

Fra te e Jari-Matti Latvala c'è una bella amicizia. Come vi siete conosciuti? E cosa gli diresti ora che ha vinto il Mondiale Rally da team principal di Toyota Gazoo Racing WRT?
"Jari-Matti è da sempre un amante di vetture storiche. Nel 2013, attraverso una conoscenza comune, ha avuto il mio numero di telefono e mi ha chiamato, ma all'inizio credevo fosse uno scherzo! Così gli ho risposto "...e io sono il Papa!". Ma era lui davvero, e cercava proprio una Audi quattro, un modello di cui è particolarmente appassionato. L'ho invitato a provare la mia, ci siamo accordati per noleggiarla, e poi ha acquistato il secondo esemplare che abbiamo allestito. Ho scoperto una persona splendida, alla mano, ben voluta in tutto l'ambiente, e la nostra amicizia è diventata solida. In lui c'è la vera passione, mi ha insegnato tanto a livello di pilotaggio su terra, inoltre ha ottime capacità e conoscenze tecniche. Jari-Matti è stato un grande pilota, a volte un po' sfortunato, ma ha saputo rifarsi da team principal. Merita i successi che sta ottenendo con la Toyota, e non mi sorprendono".

Quali sono i tuoi prossimi programmi?
"Innanzitutto vogliamo disputare il campionato europeo con l'Audi quattro anche nel 2023, per difendere il titolo. Stiamo intanto portando avanti altri due progetti tecnici: il primo, insieme a Carlo Boroli, è quello della Best Impreza che abbiamo già utilizzato all'ultimo Rallylegend. L'altro è quello basato sulle Peugeot 306 Maxi. Quando verranno ammesse dalla FIA nei rally storici, saranno due auto protagoniste della disciplina, e sono certo che ci sarà una grande risposta da parte degli appassionati".

Difenderai la medaglia d'oro ai prossimi FIA Motorsport Games, che si terranno nel 2024 a Valencia?
"Senza dubbio, vedremo con quale macchina!".